Fabrizio Mottironi
Zhiyi
Zhiyi (anche: Chih-i, Tche-yi, Zhizhe. In giapponese: Chigi), ventiseiesimo patriarca del lignaggio Tiantai, lignaggio che segue la lista dei ventitré patriarchi indiani indicati nel Fu fazang yinyuan zhuan (opera del V sec. E.V., tradotta dal sanscrito in cinese, secondo la tradizione, da Jijiaye e da Tanyao) a cui, nel VI sec., furono aggiunti i tre patriarchi cinesi: Huiwen, Huisi e Zhiyi. Zhiyi è comunque considerato il vero fondatore della scuola Tiantai, avendone eretto il primo monastero sulla omonima catena montuosa situata nella provincia cinese dello Zhejiang.
Zhiyi nacque nel 538 a Jingzhou (oggi Hubei, situata nella provincia dello Hunan), figlio di un funzionario della dinastia Liang del Sud di nome Chen. Secondo alcune cronache monastiche e secondo la biografia redatta dal suo principale discepolo ed erede nel Dharma, Guanding (561-632), Zhiyi all’età di sei anni ascoltò in un tempio la recitazione del Guanyijing (XXV capitolo del Sutra del Loto) e ne fu profondamente impressionato; tale evento segnò il resto della sua vita.
La sua famiglia decadde durante le guerre dinastiche e Zhiyi perse entrambi i genitori durante il conflitto, all’età di diciotto anni entrò come novizio nel tempio di Guoyan nello Xiangzhou contro la volontà del fratello maggiore, Chen Zhen, all’epoca alto ufficiale dell’esercito.
All'età di ventitré anni Zhiyi raggiunse il monte Dasu, dove insegnava il maestro Nanyue Huisi (515-577), venticinquesimo patriarca secondo il lignaggio Tiantai. Huisi conferì la piena ordinazione monastica a Zhiyi e ne divenne il maestro, avviandolo all’approfondimento del Saddharmapundarikasutra (Sutra del Loto, cin. Fahuajing), del Mahayana Mahaparinirvanasutra (Grande sutra mahayana della totale estinzione, cin. Dapan niepanjing) e dell’Avatamsakasutra (cin. Huayanjing), e insegnandogli, in particolar modo, le tecniche meditative del Fahua Sanmei(Samadhi del Loto), tipiche della scuola Tiantai. Secondo la tradizione, Zhiyi ottenne il profondo “risveglio” quattordici giorni dopo l’incontro con Huisi, “risveglio” che fu subito riconosciuto dal suo maestro che lo nominò suo erede nel Dharma. Zhiyi rimase con Huisi sul Monte Dasu per altri sette anni. Lo scoppio di una ulteriore guerra dinastica separò nel 567 il maestro dall’allievo: Huisi tornerà al monastero di Nanyue, da dove era partito anni prima, e lì morirà all’età di sessantadue anni. Zhiyi invece si dirigerà verso Jinling (Nanchino, capitale della dinastia Chen meridionale), risiedendo nel tempio Waguan per otto anni, dove tenne una prima serie di lezioni sul Sutra del Loto, poi raccolta nel Fajie ziti chumen.
Nel 575, all'età di trentotto anni, Zhiyi sentì la necessità di tornare alla vita meditativa e quindi decise di dirigersi verso una catena montuosa isolata e selvaggia situata a sud di Nanchino, sul versante costiero della provincia di Chekiang. Tale catena montuosa era denominata Tiantai (Terrazza celeste). Lì Zhiyi praticò la meditazione sulla vetta più alta della catena, il monte Huading. Fu presto raggiunto da alcuni seguaci e, grazie alla fama spirituale che ne seguì, nel 577 l’imperatore Xuan Di (conosciuto anche come Chen Xu, regno: 568-82) promulgò un editto che destinava le entrate della Prefettura di Shifeng al monastero Tiantai. Parte di questi finanziamenti furono utilizzati da Zhiyi anche per convincere i pescatori del luogo a cambiare attività economica, la quale consisteva nella continua uccisione di esseri viventi. Dopo dieci anni passati sulle vette, nel 585 fu convinto dall'imperatore Hou-zhu (o Chen Shubao, ultimo imperatore della dinastia Chen, regno: 582-89) a rientrare a Nanchino. Nel 587, sempre a Nanchino, avvenne l’incontro tra Zhiyi e Guanding, suo discepolo e suo successore nel lignaggio Tiantai. Zhiyi aveva allora quarantanove anni, Guanding ventisette. A Nanchino Zhiyi tenne una seconda serie di lezioni sul Sutra del Loto, successivamente raccolta nelle Fahua wenju (Parole del Sutra del Loto) dal suo discepolo Guanding e che rappresenta la sua prima opera maggiore. Nel 588 Nanchino fu attaccata dalle armate settentrionali della neonata dinastia Sui (già dinastia Zhou del Nord) e Zhiyi si diresse prima sul Monte Lu poi sul Monte Heng, dove era risieduto, fino alla morte, il suo maestro Huisi. Dopo il rovesciamento della dinastia Chen, Zhiyi si recò nella regione dello Dangyang e vi fondò il Tempio Yuchuan, dove tenne altre lezioni sul Sutra del Loto, raccolte, sempre da Guanding, nello Fahua xuanyi (Il profondo significato del Sutra del Loto), la seconda delle sue opere maggiori. L’anno successivo, 594, espose la sua terza opera maggiore il Mohe Zighuan (Il grande trattato su Samatha-Vipasyana). Tornò quindi al monastero del monte Tiantai, dove morì nel 597 all’età di cinquantanove anni dopo aver impartito i suoi ultimi insegnamenti raccolti nel Guanxilun (Vedere la mente). Mentre era ancora in vita il primo imperatore della dinastia Sui, Wen Di (o Yang Jian, regno: 581-604), lo insignì del titolo di Zhizhe (Sapiente); dopo la morte, in epoca Tang, ricevette l’appellativo di Tiantai Daishi (Grande Maestro Tiantai).
Gli aspetti più interessanti della dottrina buddhista insegnata da Zhiyi, e che rappresentano il cuore centrale dell'insegnamento della scuola Tiantai, si basano su un originale sviluppo della scuola indiana Madhyamika, fondata da Nagarjuna nel II sec. E.V. Questa dottrina, denominata della “Triplice verità” (cin. yuanrong sandi), sostiene che dal punto di vista della Verità assoluta (cin. kongdi) tutta la Realtà fenomenica è vuota di proprietà inerenti: essa è impermanente dal punto di vista temporale e, nel contempo, non c’è fenomeno che non dipenda dagli altri fenomeni. Questa vacuità (sans. suniata, cin. kong), consistente nell’impermanenza e nell’interdipendenza dei fenomeni, poggia tuttavia sulla Verità convenzionale (cin. jiadi), dove i singoli fenomeni vengono percepiti nella loro unicità. La sintesi esperienziale di queste due Verità, apparentemente contraddittorie, porta alla realizzazione della terza verità, la Verità di mezzo (cin. zhongdi).
È evidente l’originalità di questa posizione rispetto alla sviluppo dottrinale della scuola Madhyamika (in particolare l’operadi Candrakirti), dove veniva chiaramente indicata la prevalenza della Verità assoluta (paramarthasatya) rispetto alla Verità convenzionale (samvrtisatya), interpretata invece da Zhiyi come una possibile lettura nihilista della dottrina del Buddha Shakyamuni.
L’insegnamento di Zhiyi della Triplice verità riconduce il mondo fenomemico alla Verità ultima, per cui anche la mondanità, se ben compresa alla luce della Triplice Verità, non è distinta dal Dharma buddhista in quanto tutte le cose e tutta la Realtà additano l’Illuminazione. Grazie a questo insegnamento, vi è una riconciliazione della bellezza con i più ascetici insegnamenti buddhisti sulla verità. Così la poesia, ad esempio, può essere considerata come un mezzo che conduce al perfezionamento spirituale. La contemplazione della poesia è semplicemente contemplazione del Dharma. E ciò può essere affermato per ogni altra forma d’arte, di studio e di attività.
Zhiyi
Zhiyi (anche: Chih-i, Tche-yi, Zhizhe. In giapponese: Chigi), ventiseiesimo patriarca del lignaggio Tiantai, lignaggio che segue la lista dei ventitré patriarchi indiani indicati nel Fu fazang yinyuan zhuan (opera del V sec. E.V., tradotta dal sanscrito in cinese, secondo la tradizione, da Jijiaye e da Tanyao) a cui, nel VI sec., furono aggiunti i tre patriarchi cinesi: Huiwen, Huisi e Zhiyi. Zhiyi è comunque considerato il vero fondatore della scuola Tiantai, avendone eretto il primo monastero sulla omonima catena montuosa situata nella provincia cinese dello Zhejiang.
Zhiyi nacque nel 538 a Jingzhou (oggi Hubei, situata nella provincia dello Hunan), figlio di un funzionario della dinastia Liang del Sud di nome Chen. Secondo alcune cronache monastiche e secondo la biografia redatta dal suo principale discepolo ed erede nel Dharma, Guanding (561-632), Zhiyi all’età di sei anni ascoltò in un tempio la recitazione del Guanyijing (XXV capitolo del Sutra del Loto) e ne fu profondamente impressionato; tale evento segnò il resto della sua vita.
La sua famiglia decadde durante le guerre dinastiche e Zhiyi perse entrambi i genitori durante il conflitto, all’età di diciotto anni entrò come novizio nel tempio di Guoyan nello Xiangzhou contro la volontà del fratello maggiore, Chen Zhen, all’epoca alto ufficiale dell’esercito.
All'età di ventitré anni Zhiyi raggiunse il monte Dasu, dove insegnava il maestro Nanyue Huisi (515-577), venticinquesimo patriarca secondo il lignaggio Tiantai. Huisi conferì la piena ordinazione monastica a Zhiyi e ne divenne il maestro, avviandolo all’approfondimento del Saddharmapundarikasutra (Sutra del Loto, cin. Fahuajing), del Mahayana Mahaparinirvanasutra (Grande sutra mahayana della totale estinzione, cin. Dapan niepanjing) e dell’Avatamsakasutra (cin. Huayanjing), e insegnandogli, in particolar modo, le tecniche meditative del Fahua Sanmei(Samadhi del Loto), tipiche della scuola Tiantai. Secondo la tradizione, Zhiyi ottenne il profondo “risveglio” quattordici giorni dopo l’incontro con Huisi, “risveglio” che fu subito riconosciuto dal suo maestro che lo nominò suo erede nel Dharma. Zhiyi rimase con Huisi sul Monte Dasu per altri sette anni. Lo scoppio di una ulteriore guerra dinastica separò nel 567 il maestro dall’allievo: Huisi tornerà al monastero di Nanyue, da dove era partito anni prima, e lì morirà all’età di sessantadue anni. Zhiyi invece si dirigerà verso Jinling (Nanchino, capitale della dinastia Chen meridionale), risiedendo nel tempio Waguan per otto anni, dove tenne una prima serie di lezioni sul Sutra del Loto, poi raccolta nel Fajie ziti chumen.
Nel 575, all'età di trentotto anni, Zhiyi sentì la necessità di tornare alla vita meditativa e quindi decise di dirigersi verso una catena montuosa isolata e selvaggia situata a sud di Nanchino, sul versante costiero della provincia di Chekiang. Tale catena montuosa era denominata Tiantai (Terrazza celeste). Lì Zhiyi praticò la meditazione sulla vetta più alta della catena, il monte Huading. Fu presto raggiunto da alcuni seguaci e, grazie alla fama spirituale che ne seguì, nel 577 l’imperatore Xuan Di (conosciuto anche come Chen Xu, regno: 568-82) promulgò un editto che destinava le entrate della Prefettura di Shifeng al monastero Tiantai. Parte di questi finanziamenti furono utilizzati da Zhiyi anche per convincere i pescatori del luogo a cambiare attività economica, la quale consisteva nella continua uccisione di esseri viventi. Dopo dieci anni passati sulle vette, nel 585 fu convinto dall'imperatore Hou-zhu (o Chen Shubao, ultimo imperatore della dinastia Chen, regno: 582-89) a rientrare a Nanchino. Nel 587, sempre a Nanchino, avvenne l’incontro tra Zhiyi e Guanding, suo discepolo e suo successore nel lignaggio Tiantai. Zhiyi aveva allora quarantanove anni, Guanding ventisette. A Nanchino Zhiyi tenne una seconda serie di lezioni sul Sutra del Loto, successivamente raccolta nelle Fahua wenju (Parole del Sutra del Loto) dal suo discepolo Guanding e che rappresenta la sua prima opera maggiore. Nel 588 Nanchino fu attaccata dalle armate settentrionali della neonata dinastia Sui (già dinastia Zhou del Nord) e Zhiyi si diresse prima sul Monte Lu poi sul Monte Heng, dove era risieduto, fino alla morte, il suo maestro Huisi. Dopo il rovesciamento della dinastia Chen, Zhiyi si recò nella regione dello Dangyang e vi fondò il Tempio Yuchuan, dove tenne altre lezioni sul Sutra del Loto, raccolte, sempre da Guanding, nello Fahua xuanyi (Il profondo significato del Sutra del Loto), la seconda delle sue opere maggiori. L’anno successivo, 594, espose la sua terza opera maggiore il Mohe Zighuan (Il grande trattato su Samatha-Vipasyana). Tornò quindi al monastero del monte Tiantai, dove morì nel 597 all’età di cinquantanove anni dopo aver impartito i suoi ultimi insegnamenti raccolti nel Guanxilun (Vedere la mente). Mentre era ancora in vita il primo imperatore della dinastia Sui, Wen Di (o Yang Jian, regno: 581-604), lo insignì del titolo di Zhizhe (Sapiente); dopo la morte, in epoca Tang, ricevette l’appellativo di Tiantai Daishi (Grande Maestro Tiantai).
Gli aspetti più interessanti della dottrina buddhista insegnata da Zhiyi, e che rappresentano il cuore centrale dell'insegnamento della scuola Tiantai, si basano su un originale sviluppo della scuola indiana Madhyamika, fondata da Nagarjuna nel II sec. E.V. Questa dottrina, denominata della “Triplice verità” (cin. yuanrong sandi), sostiene che dal punto di vista della Verità assoluta (cin. kongdi) tutta la Realtà fenomenica è vuota di proprietà inerenti: essa è impermanente dal punto di vista temporale e, nel contempo, non c’è fenomeno che non dipenda dagli altri fenomeni. Questa vacuità (sans. suniata, cin. kong), consistente nell’impermanenza e nell’interdipendenza dei fenomeni, poggia tuttavia sulla Verità convenzionale (cin. jiadi), dove i singoli fenomeni vengono percepiti nella loro unicità. La sintesi esperienziale di queste due Verità, apparentemente contraddittorie, porta alla realizzazione della terza verità, la Verità di mezzo (cin. zhongdi).
È evidente l’originalità di questa posizione rispetto alla sviluppo dottrinale della scuola Madhyamika (in particolare l’operadi Candrakirti), dove veniva chiaramente indicata la prevalenza della Verità assoluta (paramarthasatya) rispetto alla Verità convenzionale (samvrtisatya), interpretata invece da Zhiyi come una possibile lettura nihilista della dottrina del Buddha Shakyamuni.
L’insegnamento di Zhiyi della Triplice verità riconduce il mondo fenomemico alla Verità ultima, per cui anche la mondanità, se ben compresa alla luce della Triplice Verità, non è distinta dal Dharma buddhista in quanto tutte le cose e tutta la Realtà additano l’Illuminazione. Grazie a questo insegnamento, vi è una riconciliazione della bellezza con i più ascetici insegnamenti buddhisti sulla verità. Così la poesia, ad esempio, può essere considerata come un mezzo che conduce al perfezionamento spirituale. La contemplazione della poesia è semplicemente contemplazione del Dharma. E ciò può essere affermato per ogni altra forma d’arte, di studio e di attività.