Il Loto
Il Loto è una pianta acquatica perenne, originaria dei tropici asiatici, che appartiene al genere Nelumbo della famiglia delle ninfacee (Nymphaeaceae). Le sue radici rampicanti crescono nell’acqua torbida e da esse si formano foglie circolari, peltato-orbicolate, a forma di scudo e dallo stelo lungo, di circa 50 centimetri di diametro che si aprono sulla superficie dell’acqua. Le foglie, caratterizzate da eliotropismo e di ampie dimensioni, impediscono l’irraggiamento solare diretto superficiale dell’acqua, favorendo il contenimento dell’evaporazione e abbassando la temperatura all’interno dell’acqua, fenomeni utili alla fauna lacustre.
Il loto, che in passato era classificato nella famiglia delle ninfee (Nenuphar), costituisce ora un genere a sé ed è classificato in due specie: il loto dell’Asia del Sud (Nelumbo nucifera) e il loto americano (Nelumbo lutea), a seconda della distribuzione geografica. Il loto sbocciava nelle paludi e negli stagni ancora prima della comparsa dell’uomo, ed è citato in testi antichi come l’Antico Testamento, Shi-Kin(Libro di Canti Cinesi) eKojiki(Antiche leggende del Giappone). Il nome giapponesehasuderiva dalla parolahachisu, che vuol dire "alveare", poiché il suo ricettacolo somiglia proprio a un alveare. Al mattino presto, a metà estate, grossi fiori rosa, rossi, bianchi o gialli, che emergono dall’acqua sulla sommità di spessi rizomi, si aprono all’improvviso. Il fiore, che ha più di 20 petali, ha un diametro da 10 a 26 centimetri ed emana un profumo fresco e di pulito.
Il Loto ha per gli orientali un forte significato spirituale per via della sua particolarità di affondare le radici nel fango, di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti uscendo da esse immacolato e bellissimo: per questo è il simbolo di chi, come il bodhisattva, vive nel mondo senza esserne contaminato.
In India le donne vengono paragonate a un fiore di loto e sono chiamate Padmin, che vuol dire "Signora del Loto". In Vietnam e in Cina si usa un tè aromatizzato al loto. Nel 1951, uno dei tre semi di loto risalenti a 2000 anni fa, scoperti nella regione Kemigawa, nella Prefettura di Chiba (Giappone), fiorì e divenne noto come "il fiore più antico del mondo". Questa pianta di loto fu chiamata "Loto Ohga".
Il valore simbolico del loto è legato, oltre che alla bellezza dei suoi fiori, anche al profumo dolce, leggermente medicinale, che questi diffondono.
I composti aromatici responsabili del profumo sono contenuti nello stame, ma anche nei petali, in piccole quantità. I componenti aromatici più importanti sono Carioffillene, Pentadecan e 1.4-Metossibenzene che dona la al fiore di loto la caratteristica profumazione. L’ 1.4-Metossibenzene, contenuto anche nel lillà (Syringa vulgaris L.), giacinto (Hyacinthus orientalis), ciliegio (Prunus avium) Menta piperita (Mentha x piperita L.), si trova in piccole quantità anche nel loto asiatico.
Un aspetto interessante è che le diverse specie di loto e i diversi gradi di ibridazione possono essere determinati misurando la percentuale di 1.4-Metossibenzene
(scheda a cura di Michelangelo Lombardo).
Nella tradizione religiosa buddhista troviamo riferimenti a fiori di loto di diverso colore, con differente valore simbolico, come sintetizzato nella tabella seguente:
Simbolismo del loto
Colore
Rappresentazione
“Divinità” di riferimento
Loto bianco (pundarika)
Bodhi, purezza, petali come passi dell’ottuplice sentiero
v. Sutra del Loto
Loto rosa (padma)
Spesso identificato col loto bianco
Divinità del buddhismo esoterico; Buddha Sakyamuni
Loto rosso (kamala)
Sangue, cuore, compassione
Avalokiteshvara
Loto azzurro (utpala)
Sapienza, prajna: come tale non è mai mostrato sbocciato e il centro non è mai visibile
Manjusri
Il Loto è una pianta acquatica perenne, originaria dei tropici asiatici, che appartiene al genere Nelumbo della famiglia delle ninfacee (Nymphaeaceae). Le sue radici rampicanti crescono nell’acqua torbida e da esse si formano foglie circolari, peltato-orbicolate, a forma di scudo e dallo stelo lungo, di circa 50 centimetri di diametro che si aprono sulla superficie dell’acqua. Le foglie, caratterizzate da eliotropismo e di ampie dimensioni, impediscono l’irraggiamento solare diretto superficiale dell’acqua, favorendo il contenimento dell’evaporazione e abbassando la temperatura all’interno dell’acqua, fenomeni utili alla fauna lacustre.
Il loto, che in passato era classificato nella famiglia delle ninfee (Nenuphar), costituisce ora un genere a sé ed è classificato in due specie: il loto dell’Asia del Sud (Nelumbo nucifera) e il loto americano (Nelumbo lutea), a seconda della distribuzione geografica. Il loto sbocciava nelle paludi e negli stagni ancora prima della comparsa dell’uomo, ed è citato in testi antichi come l’Antico Testamento, Shi-Kin(Libro di Canti Cinesi) eKojiki(Antiche leggende del Giappone). Il nome giapponesehasuderiva dalla parolahachisu, che vuol dire "alveare", poiché il suo ricettacolo somiglia proprio a un alveare. Al mattino presto, a metà estate, grossi fiori rosa, rossi, bianchi o gialli, che emergono dall’acqua sulla sommità di spessi rizomi, si aprono all’improvviso. Il fiore, che ha più di 20 petali, ha un diametro da 10 a 26 centimetri ed emana un profumo fresco e di pulito.
Il Loto ha per gli orientali un forte significato spirituale per via della sua particolarità di affondare le radici nel fango, di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti uscendo da esse immacolato e bellissimo: per questo è il simbolo di chi, come il bodhisattva, vive nel mondo senza esserne contaminato.
In India le donne vengono paragonate a un fiore di loto e sono chiamate Padmin, che vuol dire "Signora del Loto". In Vietnam e in Cina si usa un tè aromatizzato al loto. Nel 1951, uno dei tre semi di loto risalenti a 2000 anni fa, scoperti nella regione Kemigawa, nella Prefettura di Chiba (Giappone), fiorì e divenne noto come "il fiore più antico del mondo". Questa pianta di loto fu chiamata "Loto Ohga".
Il valore simbolico del loto è legato, oltre che alla bellezza dei suoi fiori, anche al profumo dolce, leggermente medicinale, che questi diffondono.
I composti aromatici responsabili del profumo sono contenuti nello stame, ma anche nei petali, in piccole quantità. I componenti aromatici più importanti sono Carioffillene, Pentadecan e 1.4-Metossibenzene che dona la al fiore di loto la caratteristica profumazione. L’ 1.4-Metossibenzene, contenuto anche nel lillà (Syringa vulgaris L.), giacinto (Hyacinthus orientalis), ciliegio (Prunus avium) Menta piperita (Mentha x piperita L.), si trova in piccole quantità anche nel loto asiatico.
Un aspetto interessante è che le diverse specie di loto e i diversi gradi di ibridazione possono essere determinati misurando la percentuale di 1.4-Metossibenzene
(scheda a cura di Michelangelo Lombardo).
Nella tradizione religiosa buddhista troviamo riferimenti a fiori di loto di diverso colore, con differente valore simbolico, come sintetizzato nella tabella seguente:
Simbolismo del loto
Colore
Rappresentazione
“Divinità” di riferimento
Loto bianco (pundarika)
Bodhi, purezza, petali come passi dell’ottuplice sentiero
v. Sutra del Loto
Loto rosa (padma)
Spesso identificato col loto bianco
Divinità del buddhismo esoterico; Buddha Sakyamuni
Loto rosso (kamala)
Sangue, cuore, compassione
Avalokiteshvara
Loto azzurro (utpala)
Sapienza, prajna: come tale non è mai mostrato sbocciato e il centro non è mai visibile
Manjusri