Bandiera Buddhista
In Sri Lanka, durante il regno dei sovrani Sinhala, il buddhismo conobbe una grande diffusione. Successivamente, invece, in quattro secoli di colonizzazione europea, i buddhisti dell'isola si videro privati dei molti privilegi acquisiti in passato. Dall'abolizione della festa pubblica del Vesak, imposta dal governo olandese nel 1770, si arrivò, nella seconda metà del secolo diciannovesimo e durante la colonizzazione inglese, a un vero e proprio tramonto dell'insegnamento buddhista. A questo declino corrispose, nell'isola, la diffusione delle scuole cristiane, supportata dai legislatori britannici.
In questo clima nacque, nel 1880, ad opera del Colonnello americano Henry Steele Olcott, convertitosi al buddhismo, la Società Teosofica Buddhista "Colombo". Essa, attraverso la creazione di un Comitato di difesa dei buddhisti, iniziò una battaglia contro il governo inglese per riconquistare i diritti perduti.
Come risultato delle richieste avanzate dal Colonnello Olcott al Segretario di Stato britannico, il 27 marzo del 1885 il Vesak fu proclamato dal Governatore dello Sri Lanka festa pubblica e, in tale occasione, il Comitato concepì l'idea di una bandiera buddhista.
Non è chiaro chi bebba essere ritenuto l'autore del progetto (forse C. P. Gunawardena?), comunque i sei colori bandiera furono scelti per la loro corrispondenza ai colori che la tradizione vuole emanassero dal corpo del Buddha quando raggiunse l'illuminazione: il blu dai capelli, il giallo oro dall'epidermide, il rosso da carne e sangue, il bianco dalle ossa e dai denti, il rosa/arancione dal palmo delle mani, dai talloni e dalle labbra. Inoltre, i cinque colori si sarebbero poi fusi a formare una colorazione indescrivibile e molto brillante. La bandiera si compone pertanto di cinque bande colorate verticali, disposte nell'ordine detto, più una banda che riporta orizzontalmente gli stessi colori, nello stesso ordine, dall'alto al basso. Quanto al significato, il blu simbolizza la compassione verso tutti gli esseri, la benevolenza e lo spirito di pace; il giallo la Via di mezzo, lontana dagli estremi; il rosso i doni della pratica; il bianco la purezza e l'emancipazione; l'arancione (in Birmania sostituito dal rosa) la saggezza del Buddha-Dharma; la sesta striscia presenta i colori orizzontalmente per indicare la loro completa fusione.
La bandiera, issata in occasione della cerimonia del Vesak il 28 aprile del 1885 presso il tempio Deepaduttamarama Vihara Kotahena, venne modificata l'anno successivo su suggerimento del Colonnello Olcott e assunse così la forma e le dimensioni delle bandiere nazionali, diventando più adatta a essere trasportata nelle processioni o esposta in un ambiente chiuso.
Nel 1985, durante il Vesak, i buddhisti di vari paesi ne hanno celebrato il centenario e in qualche modo sancito l'uso, auspicato da H. S. Olcott, di simbolo universale della fede buddhista.
In Sri Lanka, durante il regno dei sovrani Sinhala, il buddhismo conobbe una grande diffusione. Successivamente, invece, in quattro secoli di colonizzazione europea, i buddhisti dell'isola si videro privati dei molti privilegi acquisiti in passato. Dall'abolizione della festa pubblica del Vesak, imposta dal governo olandese nel 1770, si arrivò, nella seconda metà del secolo diciannovesimo e durante la colonizzazione inglese, a un vero e proprio tramonto dell'insegnamento buddhista. A questo declino corrispose, nell'isola, la diffusione delle scuole cristiane, supportata dai legislatori britannici.
In questo clima nacque, nel 1880, ad opera del Colonnello americano Henry Steele Olcott, convertitosi al buddhismo, la Società Teosofica Buddhista "Colombo". Essa, attraverso la creazione di un Comitato di difesa dei buddhisti, iniziò una battaglia contro il governo inglese per riconquistare i diritti perduti.
Come risultato delle richieste avanzate dal Colonnello Olcott al Segretario di Stato britannico, il 27 marzo del 1885 il Vesak fu proclamato dal Governatore dello Sri Lanka festa pubblica e, in tale occasione, il Comitato concepì l'idea di una bandiera buddhista.
Non è chiaro chi bebba essere ritenuto l'autore del progetto (forse C. P. Gunawardena?), comunque i sei colori bandiera furono scelti per la loro corrispondenza ai colori che la tradizione vuole emanassero dal corpo del Buddha quando raggiunse l'illuminazione: il blu dai capelli, il giallo oro dall'epidermide, il rosso da carne e sangue, il bianco dalle ossa e dai denti, il rosa/arancione dal palmo delle mani, dai talloni e dalle labbra. Inoltre, i cinque colori si sarebbero poi fusi a formare una colorazione indescrivibile e molto brillante. La bandiera si compone pertanto di cinque bande colorate verticali, disposte nell'ordine detto, più una banda che riporta orizzontalmente gli stessi colori, nello stesso ordine, dall'alto al basso. Quanto al significato, il blu simbolizza la compassione verso tutti gli esseri, la benevolenza e lo spirito di pace; il giallo la Via di mezzo, lontana dagli estremi; il rosso i doni della pratica; il bianco la purezza e l'emancipazione; l'arancione (in Birmania sostituito dal rosa) la saggezza del Buddha-Dharma; la sesta striscia presenta i colori orizzontalmente per indicare la loro completa fusione.
La bandiera, issata in occasione della cerimonia del Vesak il 28 aprile del 1885 presso il tempio Deepaduttamarama Vihara Kotahena, venne modificata l'anno successivo su suggerimento del Colonnello Olcott e assunse così la forma e le dimensioni delle bandiere nazionali, diventando più adatta a essere trasportata nelle processioni o esposta in un ambiente chiuso.
Nel 1985, durante il Vesak, i buddhisti di vari paesi ne hanno celebrato il centenario e in qualche modo sancito l'uso, auspicato da H. S. Olcott, di simbolo universale della fede buddhista.